POSITIVE PERSPECTIVE 2: LE PERSONE CON HIV DISEGNANO PRESENTE E FUTURO DELLA SFIDA AL VIRUS

Cos’è Positive Perspective 2

E’ un’indagine condotta in 24 Paesi che analizza la percezione e i bisogni tuttora non soddisfatti delle persone con HIV. Sostenuta da ViiV Healthcare, è stata realizzata tra l’aprile e l’agosto del 2019, in collaborazione con un comitato consultivo multidisciplinare internazionale di esperti, comprendente persone con HIV, rappresentanti di associazioni di pazienti e specialisti infettivologi.

Cosa racconta

L’analisi ha compreso 2112 persone con HIV tra i 18 e gli 84 anni. Gli studi fino ad ora disponibili dimostrano che esiste soddisfazione da parte dei pazienti per la terapia antiretrovirale, ma in molti casi si pone il problema di un trattamento a lungo termine in chiave di tollerabilità e appunto della qualità di vita, specie in presenza di patologie concomitanti. Positive Perspective conferma questi bisogni da parte delle persone.

L’indagine “Positive Perspective 2” ha analizzato i desideri e i bisogni delle persone con HIV e la sfida terapeutica al virus HIV”.

COSA EMERGE IN ITALIA

Cosa emerge in Italia

La popolazione in esame

  • In Italia l’indagine ha coinvolto 120 pazienti (5,7% del totale) in terapia antiretrovirale per l’80% maschi, per il 26% di età minore di 34 anni, per il 38% tra i 35 e i 49 anni, per il 36% maggiore o uguale ai 50 anni.
  • L’età media è di 43,4 anni, il tempo medio con diagnosi di HIV positività è di 11 anni, con un terzo dei rispondenti diagnosticati prima del 2006.
  • Da notare che, pur avendo il campione dichiarato un 21% di carica virale rilevabile, per i 3/5 esso si dichiara in buono stato di salute: il 42% dei maschi e il 25% delle donne non riporta comorbilità.

L’istantanea delle persone con HIV

Dall’analisi dei dati emerge la ricerca di miglioramenti, pur in uno stato di salute percepito come buono. Il 46% degli intervistati dichiara che l’HIV sulla propria vita ha un impatto negativo, ma punta molto sulle possibilità di controllare meglio l’infezione con le cure.

Le cure del futuro

Il 79% dei soggetti ritiene che si possa migliorare il modo con il quale la propria patologia è gestita e ben l’84% crede che le future terapie anti-HIV miglioreranno il loro stato sia di salute in generale sia di benessere.

La soddisfazione della terapia

Il 46% del campione assume una sola compressa al dì per il trattamento anti-HIV, ma solo il 31% dichiara di essere pienamente soddisfatto della terapia antiretrovirale attualmente assunta e non vede margini di miglioramento.

Le aree di miglioramento

I settori di miglioramento riguardano principalmente la sicurezza nel breve e lungo termine (47%), anche se il 31% vede nell’assunzione di meno farmaci (tra numero di antiretrovirali e somministrazioni “non quotidiane”, quindi a lento rilascio) una tematica di grande interesse.

Sicurezza e comorbidità

Il 15% delle persone non si dice aderente alle cure perché preoccupato sulla sicurezza dei farmaci assunti. Circa tre persone su quattro assume altri farmaci per patologie diverse e il 47% considera importante l’interazione tra farmaci.

Attenzione agli effetti collaterali

Il 60% del campione ha dichiarato di aver prestato attenzione ad assicurarsi che la terapia scelta fosse quella per la quale era minima la possibilità di sviluppo di effetti collaterali. Il 42% in quel momento ha riflettuto anche sulla tollerabilità di lungo termine e il 40% sulla compatibilità con l’assunzione di altri farmaci.

Riduzione del numero di farmaci e cambio di terapia

Il 38% si è voluto sincerare di assumere il minor numero di farmaci antiretrovirali possibile. Per quanto riguarda l’ultimo cambiamento di terapia antiretrovirale, il 56% dichiara di averlo fatto per ridurre la severità o la frequenza degli effetti collaterali, il 35% per ridurre il numero di compresse e il 29% il numero di farmaci antiretrovirali assunti.

Le richieste per il futuro

A fronte di una globale soddisfazione per la terapia, per molte persone c’è margine per miglioramenti. La riduzione delle tossicità e la preoccupazione della tollerabilità a lungo termine sono argomenti diffusi, ma risultano di rilevo anche la volontà di ridurre i farmaci antiretrovirali del regime terapeutico. Questo argomento è stato tenuto in considerazione da una parte consistente del campione nell’ultimo cambio di terapia antiretrovirale.

Referenze

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NP-IT-HVX-WCNT-220010 | Giugno 2022